TANTO CLAMORE PER CHE COSA…

Avatar utente

Personale scolastico

0

744223794

 

 

 

 

 

 

 

 

TANTO CLAMORE PER CHE COSA…

Mercoledì mattina abbiamo accolto, in visita nella nostra scuola, il presidente del consiglio Matteo Renzi.

Come avrete sicuramente visto, ci siamo trovati al centro di un tritacarne mediatico che sta coinvolgendo soprattutto i bambini.

Esponiamo brevemente i fatti, sperando di chiarire una volta per tutte questa squallida vicenda.

Il presidente Renzi non è stato invitato da noi. Questa premessa sembra ovvia ma è importante. Come istituzione scolastica siamo stati contattati solo 2 giorni prima. Ci veniva chiesto dall’Amministrazione Comunale se eravamo disponibili ad accoglierlo. Siamo una scuola che si contraddistingue nel territorio perché, oramai da anni, facciamo dell’inclusività, ancor prima che dell’integrazione, la nostra caratteristica principale: nei confronti dei bambini meno fortunati, con bisogni educativi speciali; nei confronti delle fasce sociali più deboli, culturalmente ed economicamente; nei confronti, soprattutto da un paio d’anni, di bambini e ragazzi figli di immigrati. Siamo stati “scelti” per queste nostre caratteristiche.

In così poco tempo, come è nostro modo di fare, abbiamo cercato di organizzare al meglio una bella accoglienza per la più autorevole istituzione politica, oggi, del nostro Paese.

Lunedì pomeriggio (la visita era per il successivo mercoledì mattina) abbiamo pensato di dare un tema, un filo conduttore, all’incontro: i bambini avrebbero presentato al presidente i loro sogni, invitandolo, a conclusione della visita, a dire il suo.

Abbiamo organizzato una scaletta:

– un benvenuto in musica, seguito da un girotondo, nel quale ci presentavamo e invitavamo il presidente a presentarsi;

– un incontro con i bambini della scuola dell’infanzia e delle classi prime e seconde di scuola primaria, che si rivolgevano simpaticamente al presidente e cantavano l’inno di Mameli;

– un momento finale in palestra, con gli alunni delle classi terze quarte e quinte di scuola primaria e quelli della scuola media: in questo momento, il più lungo dei 3, Matteo Renzi, ancora accolto in musica, avrebbe dibattuto con gli studenti che gli presentavano i loro sogni, invitandolo, come dicevo prima, ad esprimere il suo.

Di tutto questo, quello che creato clamore, polemiche, offese, è stato la canzoncina di benvenuto.

E’ il riadattamento di un blues di Maurizio Spaccazocchi, edito da Progetti Sonori, casa editrice alla quale ieri abbiamo telefonato, parlando con la Direttrice, che ha capito benissimo come nelle nostre intenzioni non c’era quella di creare tutto questo clamore. Clap and jump è proprio il titolo della conzoncina originale, che per noi è diventata Clap and jump per Renzi.

 

Facciamo un salto… Battiam le mani…

Ti salutiamo tutti insieme Presidente Renzi

Muoviam la testa… Facciamo festa…

A braccia aperte ti diciamo “benvenuto al Raiti!”

 

I bambini… Gli insegnanti… I bidelli…

E poi l’orchestra lasceremo improvvisar così

 

Siamo felici… E ti gridiamo…

Da oggi in poi, dovunque vai, tu non scordarti di noi

Dei nostri sogni… delle speranze…

Che ti affidiamo, con fiducia, oggi a ritmo di blues

 

Le ragazze… I ragazzi… Tutti insieme…

Alle tue idee e al tuo lavoro affidiamo il futuro

 

E poi di nuovo…   Ancora insieme…

Noi camminiamo…   Ci avviciniamo…

E un girotondo noi formiamo sempre a tempo di blues.

 

Il testo lo conoscerete bene, circola in tutte le salse in rete e sui giornali da 3 giorni, ma lo riportiamo per leggerlo insieme…

Non è una canzone dove diciamo “Viva Renzi”.

E’ una canzone dove i bambini accolgono a braccia aperte, nella loro scuola, il Presidente del Consiglio, dicendogli “dovunque vai, tu non scordarti di noi”. Ma “noi” a chi si riferisce? Non si riferisce, forse, a tutti gli alunni, di tutte le scuole d’Italia e, se volete, perché no, in particolare della nostra Sicilia? 

Perché i bambini non possono cantare al Presidente del Consiglio “almeno tu che, come prima cosa all’atto della tua elezione, hai scelto di visitare le scuole, sii coerente, quando esci da qui, non ti scordare di noi, dei nostri sogni e delle nostre speranze”.

Perché i bambini non possono dire, cantando, al Presidente del Consiglio “affidiamo il nostro futuro alle tue idee e al tuo lavoro. Fallo bene! Pensando anche e soprattutto a noi che oggi siamo in festa per la tua visita, perché siamo bambini e vogliamo essere ancora spensierati, ma siamo anche stanchi di sentire i nostri genitori preoccupati e arrabbiati…”

Cosa avrebbero potuto dire meglio dei bambini?

Perché è politicamente corretto cantare, in modo inconsapevole l’inno di Mameli e non lo è esprimere i propri desideri e le proprie aspettative, in un occasione che sarà unica nella vita?

Perché si vuole far passare che noi docenti abbiamo strumentalizzato i bambini, quando l’abuso è stato fatto proprio da chi ci accusa?

I bambini, guardano, ascoltano, leggono. Una ragazzina di quinta elementare, ieri ci ha detto: perché i giornalisti ce l’hanno con noi? Forse perché quando è arrivato Renzi li abbiamo fatti stare tutti dietro una transenna?

Non volevamo e non vogliamo alimentare il tam tam. Ma, dopo aver visto il modo squallido e indecente con cui si è, di nuovo, parlato della vicenda nella trasmissione Matrix andata in onda Venerdì 7 Febbraio (in particolare nell’editoriale di Gianluca Nicoletti), pensiamo che avere la possibilità di dire, in maniera pacata come stanno veramente le cose, sia doveroso, innanzi tutto, per i nostri bambini.  

CLAP AND JUMP PER TUTTI

 

Clamore per una canzoncina. Angela Cucinotta, dirigente dell’istituto Raiti

 

RAITI: Parla l’insegnante di musica dell’Istituto comprensivo Raiti: “Polemiche?Sorpreso”

 

 

 

Vai alla barra degli strumenti